19 Mar 2022
Abbiamo fatto questa esperienza a settembre 2021, dal nostro hotel a San Leone, che è una zona di mare ad Agrigento. Prelievo alle 08:30 ma sono arrivati un po’ più tardi ma niente di che, era un piccolo bus da circa 20 persone, ma in tutto ho contato 14 persone quindi eravamo ben comodi. La guida era simpaticissima, ci ha fatto sentire subito al nostro agio raccontandoci che stavamo per partire indietro nel tempo. Dopo circa 30 minuti di viaggio siamo passati da Lercara Friddi, un piccolo paesino che con la sua chiesetta nel centro è davvero carino. La guida ci raccontò una storia riguardo i nonni di Frank Sinatra che vivevano in questo posto prima di sbarcare in America. Posteggiati alla meno peggio, ingombrando la strada siamo scesi e ci hanno fatto vedere la casa dove vivevano, niente di granché ma pur sempre bella la storia di Frank. Difronte la casa c'era un simpaticissimo barbiere che vedendo il gruppo di persone li difronte, subito uscì e ci pregò di entrare nei suoi locali, già questo, valeva l'intera esperienza secondo me, perché entrando, sembrava un “Barber shop” stile anni 40 direttamente a New York con foto sbiadite appese ai muri che lui ci raccontò essere familiari di Sinatra e che tanti si chiamavo così in questo paese. Insomma, abbiamo fatto diverse foto mentre lui raccontava la sua storia. Momenti di risate davvero, non so se era studiata o meno la cosa della visita al barbiere ma è stata bellissima ugualmente. Continuammo per un altro paesino a circa 15 minuti, le strade non sono un granché ma percorribili, pensavo peggio. La storia continua con il racconto di chi erano i Sicani e tutto il resto, anche se ero più concentrata a guardare tutto il bel paesaggio che davvero non ti aspetti. Arrivati alla prossima tappa “Prizzi” così si chiama il paesino, siamo scesi direttamente sulla strada difronte ad una piazzetta panoramica, e devo dire, sono rimasta basita. Si vede tutto il paese “appiccicato” ad una collina tutta sua, se non si vede non ci si crede. Ci siamo addentrati tra le stradine e poi siamo saliti, e saliti ancora, è stata dura ma siamo arrivati in una zona altissima dove c'era una piattaforma di ferro, che a mio parere lasciava a desiderare in quanto stabilità, ma scherzi a parte salendoci su, ne è valsa la pena, un panorama davvero mozzafiato. La guida ci diceva che eravamo sui 1300 metri di altezza, semplicemente fantastico. Riscesi da quella specie di parco\teatro, non so cosa effettivamente dovesse essere quel posto in cui si trovava la piattaforma ci attendeva il bus. Proseguimmo verso Palazzo Adriano che era a soli 10 km e arrivammo nel centro di questa grande metropoli di circa 2000 anime in cui però è stato girato persino un film che vinse un premio oscar. Effettivamente e valsa la pena, la piazza centrale e forse l'unica piazza era davvero favolosa, con le sue chiese, la piccola fontana al centro, sembrava ritornare in un paese di fine 800. Ci hanno portati poi, in un piccolo museo e un ragazzo del posto ci raccontò la storia del film e tutto il resto. Accanto al museo c'era pure la chiesa madre, particolarissima nel suo genere, Praticamente è una chiesa cattolica ma di rito bizantino, ma con iconostasi di tipo ortodosso, insomma non ho capito bene ma era inusuale e molto affasciante. Usciti dalla chiesa, la guida insieme l'autista ci offrirono il caffè accompagnati da squisitissimi dolcetti alla mandorla, un toccasana dopo tutta questa cultura, “hehe”.
Rimanemmo lì ancora 15 minuti così da poter fare delle foto in tutta tranquillità. Ripartimmo alla volta dell'Eremo di Santa Rosalia a San Stefano Quisquina. Iniziai a pensare, “che giornata favolosa” ed erano solo le 11. Ero entusiasta, ma poi arrivati in questo posto magico, sono rimasta stupefatta. Praticamente entrammo in una specie di bosco con aree attrezzate e tutto, fino ad arrivare in questa struttura: un eremo dedicato alla Santa Patrona di Palermo Rosalia. Che posto affascinante, davvero un incanto, attaccato direttamente alla roccia della montagna. Siamo entrati, e ci hanno fatto vedere le celle, il refettorio, le cucine, i scantinati e le latrine, la legnaia (che purtroppo però avevano adibito ad una specie di mostra di arte contemporanea che a mio modesto parere, rovinava un po’ tutto, ma uguale), tutto il resto è stato incredibile, ancor più arrivando alla grotta dove a quanto la leggenda dice, La santa visse 12 anni da sola in questa caverna primordiale. Entrarci non è facile, chi ha problemi di inginocchiarsi non può farlo, ma noi siamo entrati a due alla volta, perché sembrava minuscola ma ci si addentra davvero nella montagna, per andare a finire davanti ad una bella statuina della santa che riposa illuminata da una luce, che incanto davvero. Ci hanno aperto anche la cripta ma ho preferito non entrarci perché mi fanno impressione, ma tanti sono entrati. Da programma (leggendo) doveva esserci un brunch o qualche degustazione non saprei ma ci è stato detto che non era possibile farlo lì e ci avrebbero accompagnati in un altro posto altrettanto bello. Per noi nessun problema, e risaliti verso il mezzo che ci attendeva siamo ripartiti verso Cammarata, che non doveva essere lontano da lì. Eravamo proprio nel cosiddetto parco dei monti Sicani, con boschi dappertutto, così inusuale per la Sicilia che conoscevo. Ad un tratto ci siamo fermati in un'area attrezza che si chiama Savocheddo (non ricordo bene il nome) e ci hanno fatto sedere in due tavoli di pietra uno vicino all'altro, erano enormi, grezzi e scomodi, ma è stato una cosa favolosa vedere la guida insieme a quell'omone di autista impegnati subito a uscire una marea di cose da delle ceste piene di roba, così che noi stessi, ci siamo subito messi a lavoro per aiutarli ad apparecchiare. Che momenti incredibili. Vedevi persone che non si conoscono uniti a fare cose insieme in pieno divertimento, per poche ore ci eravamo dimenticati di pandemia, stress da lavoro, di tutto. Chi tagliava il formaggio, chi il salame, e chi era già attaccato ad un grande damigiana di plastica piena di vino a riempire il bicchiere e chi stava imparando il Siciliano insieme all'autista. Insomma, la giornata scorreva in piena felicità, e poi, tanta roba, ma davvero tanta roba squisitissima come olive, funghi sott'olio, formaggi e salumi di vario genere, polpette di patate e melenzane alla parmigiana create da non so chi, ma fatte a casa, una leccornia dopo l'altra. Non volevo più andarmene, ma erano ormai le 15:00 e la guida ci fece un po’ di premura perché ancora ci aspettavano altri due paesi. Così dopo aver sistemato un po’ alla meno peggio dentro le ceste, ci riaccomodammo in minibus. Dopo neanche 15 minuti di viaggio, arrivammo a Cammarata, dove vivono sia la guida che l'autista e che ci raccontavano essere il centro più grande insieme a San Giovanni Gemini di tutto il circondario perché erano un paese dentro l'altro. Curiosità. Si vedeva che avevano un amore speciale verso le loro comunità e ne esaltavano la bellezza. Arrivati lì, bellissimo panorama verso la parte bassa del paese, niente di granché devo dire, ma non eravamo lì per il panorama ma bensì per il quartiere arabo dicevano. Così ci siamo incamminati nelle viuzze striminzite come quelle di Prizzi ma più in grande diciamo, il paese era almeno il triplo. Patii, scale dopo scale, stradine che ci si passa solo una persona alla volta, insomma, una vera e propria giungla urbana, altro non si può dire. Le case sono praticamente un groviglio di pietra ammassate una dopo l'altra. Mi sono ritrovata nel XVI secolo ad un tratto, spettacolare sì, ma meno male era tutto in discesa sennò sarebbe stato un trekking vero è proprio. Arrivati in delle zone che ci raccontava la guida: per Natale (prima della pandemia) ci si realizzava un vero e proprio presepe vivente, con più di 200 persone impegnate a crearlo, mi sono informata su internet e secondo me è da vedere se un giorno si rifaranno queste cose. Insomma, continuando la passeggiata siamo arrivati praticamente nell’altro paese, strano ma vero. San Gemini cioè gemello di Cammarata (a quanto sono riuscita a capire) e diciamo è il centro di entrambi i paesi, pieni di negozi, locali alla moda etc. La guida ci accompagnò in una chiesa, (la matrice credo) in cui c'era un cristo in croce completamente nero. Ci raccontò su una festa che si faceva ogni anno a giugno di un grande carro alto circa 22 metri che rotolava (hehe) giù per la strada principale. Me lo hanno fatto vedere in delle foto, sarà uno spettacolo assisterlo realmente. Pian piano mi sentivo stanchina e come infatti erano già le 17:00 così ci hanno fatto accomodare in minibus e siamo partiti ritornando dalla statale che collega Palermo ad Agrigento e in 20 minuti siamo ritornati al nostro albergo. Allora, conclusione in due parole: Esperienza straordinaria, stop. La rifarei? mille volte e di più. Complimenti di vero cuore agli organizzatori, se prossimo anno vengo nuovamente in zona lo rifaremo nuovamente. CONSIGLIATISSIMOOOOO.